Perché dovresti smettere di fare i quiz su Facebook per scoprire quale ortaggio sei

quiz facebook

Facebook è un posto meraviglioso. Al suo interno possiamo trovare tutto quello che la mente umana è riuscita a concepire negli ultimi 5000 anni e anche idee che verranno sviluppate nei prossimi decenni.

Ma al suo interno si nascondono anche tante insidie che la gente normalmente prende decisamente sotto gamba.

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I pericoli per la privacy su Facebook

Nel mondo del web poco e nulla è completamente gratuito senza alcun tipo di scopo nascosto. Tutto quello che utilizziamo, a prescindere dal dispositivo, lascia qualche tipo di traccia nel nostro sistema oppure raccoglie determinate informazioni.

Ecco alcuni esempi di facile comprensione per chi non si occupa di marketing. Quando visitiamo un sito web, esso lascia una traccia invisibile nel nostro browser; queste tracce vengono chiamate "Cookie" (biscotto, tradotto dall'inglese). Questi cookie sono in grado di ricordare che abbiamo visitato una determinata pagina web o che abbiamo cercato uno specifico prodotto e per questo motivo nei giorni successivi vedremo delle pubblicità inerenti alle ricerche che abbiamo compiuto. Nessuna stregoneria o cimice nel telefono quindi.

Un altro esempio, nel quale siamo noi a fornire qualcosa però, è quando ci registriamo per poter usare una piattaforma; la prima cosa che mi viene in mente è Facebook stesso. Al nostro primo utilizzo abbiamo dovuto fornire alcuni dati personali, come Nome, Cognome ed Email, e dato il consenso perché Facebook potesse farci quello che vuole.

Sono passati appena 2 anni dal più grande scandalo nel mondo del web e, a quanto pare, ci siamo già scordati degli enormi problemi legati alla privacy che la rete ha vissuto, sta vivendo e vivrà con l'arrivo di nuove tecnologie. Sicuramente tutti abbiamo sentito parlare di Cambridge Analytica, era l'inizio del 2018 quando scoppiò l'enorme polemica attorno a questa società di raccolta dati che aveva preso i dati di milioni di utenti di Facebook, senza il loro consenso, per riutilizzarli a scopo di propaganda politica.

Il CEO di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dovuto tenere davanti ad una commissione del Congresso degli Stati Uniti d'America. Oltre all'ironia che ha scaturito a seguito di ridicole domande da parte di persone molto poco pratiche di tecnologia e social, l'evento ha suscitato enorme scalpore perché fino a quel momento tutti pensavano a Facebook come un posto perfetto.

Sono abbastanza sicuro che tutti i non addetti ai lavori si sono fortemente indignati e abbiano pensato di cancellare il proprio profilo social.

Come vi sentireste se vi dicessi che oggi, a distanza di 2 anni, milioni di persone continuano a regalare i propri dati come se nulla fosse? Pensate non sia possibile? Ora vi dico perché e come questa cosa continua ad accadere.

Vi sarà sicuramente capito di vedere sulle vostre bacheche di Facebook delle schermate simili a queste sopra condivise da qualche vostro contatto, vero? Ottimo, vi dico che quelle persone hanno ceduto le loro informazioni personali per scoprire che tipo di ortaggio sono oppure per vedere chi erano nella loro vita precedente.

Come fanno?

Ricordate quando vi ho detto che quasi nulla è gratuito sul web? Mentre tu scopri che sei una zucchina o un peperone, gli sviluppatori di questi quiz prendono i tuoi dati come immagine, nome e cognome, la città di residenza, l'email e magari qualche alto tuo interesse.

Questi quiz non sono creati direttamente da Facebook, al quale noi tutti abbiamo già dato informazioni; vengono creati da persone esterne che li mettono a disposizione al fine di raccogliere dati.

Perché questi quiz raccolgono i nostri dati?

Il motivo per cui avviene la raccolta dati è, nel migliore dei casi, per inviarci proposte commerciali.

Quando clicchiamo su "Clicca per giocare" il quiz ci fa accettare i termini e le condizioni per il suo utilizzo, cosa vietata secondo la normativa GDPR dove, per il rilascio delle informazioni, è necessario dare il proprio consenso spuntando un'apposita casella. Come quelle che dovete spuntare ogni volta che firmate per fate la tessera del supermercato o per partecipare al concorso per vincere una crociera su Marte.

Poco sopra al pulsante per giocare c'è un'iconcina piccola con un anello di una catena. Cliccando lì si possono andare a leggere i termini e le informazioni della privacy del gioco. Quella di leggere termini e condizioni è un'azione che tutti noi dovremmo fare ogni qualvolta ci si stia preparando a dar via i nostri dati perché all'interno potrebbe esserci scritto di tutto.

Andiamo a vedere cosa troviamo all'interno di nostri quiz per le verdure su Facebook.


Come si evince dall'immagine, all'interno di questa pagina troviamo tante informazioni, ovviamente scritte in inglese, ma la parte che in questo caso ci interessa di più è quella che abbiamo inglobato dentro la selezione rossa. Cliccando sopra l'immagine potremo leggerla più facilmente, mentre io fornisco la traduzione qui di seguito.

I nostri amici sviluppatori del quiz dicono nella prima parte: "Vendete i dati a terze parti per scopi di ricerca? I dati dei nostri utenti appartengono agli utenti stessi. Lavoriamo solo con partner di fiducia secondo la normativa vigente e in particolare non vendiamo i registri dei dati degli utenti (esempio nomi, email, indirizzi) a terze parti per scopi di ricerca.

Il fatto che dicano Lavoriamo solo con partner di fiducia, vuol dire tutto o niente; anche se sotto specificano che non vendono i dati, questi potrebbero essere girati ad altre società dello stesso gruppo venir scambiati con quelli che loro indicano come "partner di fiducia"; si ma di fiducia per chi? Si comincia ad intravedere come questi dati possano finire nelle mani di chiunque e metterci in pericolo.

Sotto continuano così: "Come vengono informati gli utenti per quanto riguarda l'utilizzo dei loro dati personali? Prima di raccogliere i dati, li informiamo a proposito del tipo, dello scopo e del motivo della raccolta. Questo avviene fornendo una informativa della privacy che, da un lato, fornisce un quadro di massima sul processo e dall'altra informazioni dettagliate su ogni step dell'elaborazione dei dati.
Inoltre, facciamo riferimento all'elaborazione dati e alla privacy policy prima che gli utenti ci forniscano i dati tramite Facebook per esempio. Anche nel momento dell'introduzione di nuove raccolte dati, come il raccogliere l'immagine del profilo, noi facciamo sapere agli utenti come loro processeranno quei dati."

Conclusione

Questo che vi abbiamo fornito è solo 1 dei migliaia di quiz che ci sono in giro su Facebook. I nostri dati sono molto più preziosi di quanto si possa immaginare. Le raccolte dati e la loro conseguente vendita sono da sempre uno strumento di marketing importantissimo e che viene anche pagato a peso d'oro. Basti pensare che in alcuni settori, i dati inerenti ad un singolo soggetto possono anche essere venduti per 15/20€ se altamente profilato secondo il modello di business dell'acquirente.

Dare via qualcosa di così importante come i nostri dati non crediamo valga la pena per scoprire se si è una zucchina o un peperone non credete?

Luca Malagigi
Luca Malagigi
Nel ramo del digital marketing dal 2007. SEO Specialist e Web Designer con un passato anche da Social Media Manager

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